di Giorgio Andreani
In quale modo le Risorse contribuiscono alla fabbricazione del Prodotto?
Quanto ogni risorsa interviene direttamente nel Ciclo Produttivo?
In questo documento voglio parlare dei Tempi Fuori Controllo, (TFC), per sottolineare quanto essi siano importanti, quindi da non sottovalutare e di come sia possibile, attraverso un utilizzo mirato dei numeri raccolti in produzione, con le Schede Macchina e le Schede Attività nei Reparti, (vedi in area Documenti del Sito), conoscerli, dividerli, elencarli e quantificarli.
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di Giorgio Andreani
Una delle richieste che più mi vengono formulate quando sono contattato dai Responsabili di Produzione delle più svariate Realtà Produttive, è la seguente: < . . abbiamo Risorse che contribuiscono alla Produzione, nel rispetto del Ciclo Imposto e vorremmo controllare se le Tempistiche assegnate possano essere considerate ottimali o se debbano essere riviste e modifiche . . vorremmo il parere di una persona esterna . .>
Perfetto, la mia formazione e preparazione, mi permette di sentirmi adatto a soddisfare il bisogno espresso e rassicuro l’interlocutore del momento che possiamo iniziare una produttiva collaborazione. Leggi il resto dell’articolo »
Collegamento a Nordica Extraflame
Una vita dedicata al riscaldamento.
Il gruppo La Nordica-Extraflame, rappresenta bene quello che nel nord-est Italiano è una caratteristica vincente: la passione e il duro lavoro. L’ innovazione e la ricerca costante sui prodotti, anche in un settore “tradizionale” hanno premiato il gruppo industriale con un incremento significativo della quota di mercato e di distribuzione in 20 paesi del mondo. Leggi il resto dell’articolo »
di Giorgio Andreani
Il termine assemblaggio deriva dall’inglese “to assemble” con il significato di mettere insieme, unire.
In Italiano conserva pienamente tali significati, e in senso più lato significa unire più parti (generalmente predisposte) per ottenere un tutt’uno omogeneo e coerente, con una propria identità fisica e funzionale.
Esempi tipici: l’assemblaggio di una lavatrice, di un computer, di un frigorifero, di un’autovettura ecc.
Quella che in inglese è una “assembly line” è per noi la classica “catena di montaggio”, tipica delle case automobilistiche; io preferisco il termine “linea dedicata” all’assemblaggio.
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di Giorgio Andreani
Ogni Realtà Produttiva è progettata per svolgere determinate attività, è quindi corredata sia con macchinari, sia con attrezzature varie, ma anche con personale più o meno qualificato (ma senz’altro specializzato, perché il più delle volte viene formato nella stessa sede di lavoro, per poter essere in grado di poter svolgere nel migliore dei modi quanto è richiesto e nel modo richiesto).
Ogni tipo di mansione può essere definita all’interno di un reparto di produzione o di montaggio, personalizzata, perché le risorse che intervengono nelle manipolazioni di quanto viene prodotto, o sono state pioniere, quindi le prime ad eseguire tipi di lavori e ne hanno le maggiori competenze o hanno nel tempo modificato alcune o quasi tutte le operazioni o i sistemi che magari inizialmente furono copiati da altri specialisti nel campo. Leggi il resto dell’articolo »
di Giorgio Andreani
. . . . . durante le mie permanenze in linee di Produzione, in varie Realtà Produttive, ho avuto modo di notare delle abitudini, consolidate, riguardo alle dinamiche di fermata per: Ristoro o Fisiologiche e di Cambio Turno che mi hanno invogliato a capire meglio quegli svolgimenti e a studiarne gli effetti sulla Produzione, sia come Tempistiche sia come Qualità.
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di Giorgio Andreani
. . . . . . ogni “guida non scelta”, inoltre, lavorava in perfetta autonomia, senza nessuno scambio di pareri o altro, ne con il gruppo “dominato” ne con gli altri “leader occasionali”; questo causava grandissime perdite di tempo, perché ad ogni cambio turno, ogni “guida” poteva decidere di continuare a lavorare “in linea” con quanto fatto nel turno precedente, oppure ignorare tutto o in parte e proseguire alla propria maniera; non esisteva nessuno scambio di informazioni al cambio turno; perché ? forse perché in questo modo, le “guide non scelte” non erano costrette ad uno scambio di pareri sul lavoro fatto? . . . .
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